Lo studio ha proposto una ridefinizione delle aree di ricarica, nonchè l’istituzione di aree di riserva (RISE) dell’acquifero profondo nel bacino alessandrino, da preservare ai fini idropotabili.
Oltre alle classiche tecniche di monitoraggio idrodinamico e geochimico, le acque sotterranee sono state ripetutamente campionate in una rete di monitoraggio dedicata, costituita da pozzi con filtri tra 80-300 metri di profondità, mediante un approccio isotopico combinato (δ2H e δ18O – H2O, 14C e δ13C del carbonio inorganico disciolto – DIC, δ37Cl e 87Sr/86Sr) e di misura dei traccianti antropogenici (CFC, SF6).
Come strumento di supporto nella delimitazione delle aree di ricarica è stato implementato un modello matematico di flusso in ambiente Feflow. Esso è stato anche utilizzato nella delimitazione delle aree di riserva, poichè in grado di simulare i deflussi sotterranei in condizioni di trasporto sia puramente advettivo, sia advettivo e dispersivo (più realistico), utilizzando la distribuzione di Life Time Expectancy.
Committente: Ente di Governo dell’Ambito Territoriale Ottimale n.6
Periodo: 2018