Presentazione ad una platea internazionale dei risultati di uno studio interdisciplinare sul sistema acquifero profondo del bacino alessandrino
Condivisione dei risultati
Il 12 Aprile, presso l’Austria Center di Vienna, Nicola Quaranta ed Elena Cogo hanno avuto il piacere di partecipare come relatori al convegno annuale della European Geoscience Union, alla presenza di autorevoli rappresentanti della International Association of Hydrogeologists.
In questo contesto, sono stati condivisi con una platea internazionale (più di 100 Paesi presenti) i risultati del complesso e lungo studio di approfondimento sull’acquifero profondo del bacino di Alessandria, commissionato dall’Ente di Governo dell’Ambito Territoriale Ottimale n.6.
Lo scopo dello studio è stato quello di individuare un sistema di salvaguardia dell’acquifero profondo dalla contaminazione, mediante una ridefinizione aggiornata delle aree di ricarica su questa porzione di territorio e una proposta di istituzione di aree di riserva delle acque sotterranee, da preservare a fini idropotabili su scala pluridecennale.
Sintesi dello studio
Oltre alle classiche tecniche di monitoraggio idrodinamico e geochimico, le acque sotterranee sono state campionate in una rete di controllo costituita da pozzi con filtri tra 80 e 300 metri di profondità, utilizzando un approccio isotopico combinato (isotopi stabili di Ossigeno ed Idrogeno e Radiocarbonio) e la misura dei traccianti antropogenici (CFC), come indicatori di ricarica recente o di fenomeni di miscelazione.
La composizione isotopica delle precipitazioni è stata monitorata durante un anno intero, implementando stazioni meteo con strumentazione dedicata e definendo una retta isotopica meteorica locale. Attraverso la misura della variazione stagionale di contenuto in isotopi stabili nei corsi d’acqua e nei pozzi in acquifero profondo, è stato possibile valutare la differenziazione regionale dei circuiti nel sistema idrogeologico. Sono state rilevate acque di età Olocenica-attuale in prossimità delle area di ricarica e Wurmiana nel settore depocentrale del bacino, stimando un grado di confinamento degli acquiferi profondi e il conseguente fabbisogno di protezione.
Le aree di ricarica sono state delineate mediante valutazioni di carattere stratigrafico ed idrodinamico e attraverso il supporto di un modello matematico di flusso in ambiente Feflow. Esso è stato anche utilizzato come strumento di supporto nella delimitazione delle aree di riserva.
La presentazione completa è disponibile on line.